Le ferie

Una "voce" libera va in vacanza non in letargo

del Direttore

Con il numero di oggi la "Voce Repubblicana" chiude, come ogni anno, per un breve periodo di ferie. I giornali in generale e quelli di partito in particolare non dovrebbero chiudere mai.

Le condizioni economiche del nostro tanto amato (a parole!) quotidiano non consentono di dare ai giornalisti e agli operatori tecnici quel minimo di turn -over feriale che è un loro sacrosanto diritto. Quando la "Voce" è stata rieditata (26 giugno 2003), ci veniva consigliata cautela in relazione al rischio concreto di doverla chiudere nuovamente nel giro di qualche mese.

Abbiamo invece celebrato il quinto anniversario e di questo bisogna ringraziare chi ci lavora materialmente ed intellettualmente: da Francesco Bernardini a Riccardo Bruno, da Sandro Sacco a Lanfranco Palazzolo, senza scordarsi di Chiara Capotondi e Nadia Fotia.

Il ringraziamento più doveroso, ma anche quello più sentito, all'amministratore Giancarlo Camerucci che riesce, beato lui, a fare le nozze con i fichi secchi e a Italico Santoro che, da condirettore, gestisce sapientemente la macchina del giornale.

Riceviamo anche molte critiche su articoli di cui lettori e militanti repubblicani non condividono il contenuto politico, o più spesso pedantemente si soffermano polemizzando su un aggettivo male attribuito o interpretato, o su un avverbio malposto.

Abbiamo inteso, fin dall'inizio, costruire un giornale che fosse una palestra di libero pensiero, e su quest'idea abbiamo trovato collaborazioni prestigiose, anche di cervelli che non si sono nutriti di cibo repubblicano. Abbiamo pubblicato documenti che contenevano veri e propri insulti al direttore editoriale, perché abbiamo ritenuto che ognuno e tutti hanno il diritto di esprimersi per come sanno e come vogliono, ma altrettanto liberamente abbiamo talvolta replicato.

E' questo il senso di un giornale che pretende e cerca di essere libero.

D'altra parte nello stesso Pri, che dovrebbe per sua natura essere più coeso, malgrado una mozione congressuale votata all'unanimità, oggi si possono intravedere almeno quattro posizioni politiche….e accanto e dentro di esse, molti distinguo.

E allora il giornale del Pri non poteva essere rieditato come un bollettino di informazioni sparse. Pur non essendo in edicola, esso rappresenta, almeno tra gli iscritti e nelle istituzioni pubbliche, una voce laica che esprime un pensiero radicato nella storia d'Italia.

Da settembre raddoppieremo la tiratura con una decisa azione di diffusione del nostro essere e manifestarci "in chiaro" repubblicani.

Chiudiamo con un augurio di buone vacanze a chi le ha già iniziate e a chi sta per farlo, ma soprattutto a chi è rimasto.

Buone Vacanze a tutti!